Home Speciale Approfondimenti La Madrid cinematografica di Almodóvar & co.

La Madrid cinematografica di Almodóvar & co.

 Dopo la fine della dittatura, avvenuta nel ’75, la Spagna visse un periodo di liberazione dei costumiche portò all’esplosione della Movida: inevitabilmente associata a Madrid, nacque come movimento di controcultura – mentre noi oggi la intendiamo semplicemente come vita notturna.

Agli inizi degli anni ’80, decennio caratterizzato da mode discutibili (vogliamo parlare delle giacche con le spalline o delle capigliature a dir poco voluminose?), la capitale spagnola, da sempre vivace, era un pullulare di giovani alternativi, fasciati in abiti dai colori vivacissimi, liberi sessualmente e curiosi nei confronti delle droghe e delle novità.

L’emblema per eccellenza di quel periodo è il regista manchego Pedro Almodóvar e basterà guardare uno dei suoi primi film per assaporare un po’ dell’atmosfera di quel periodo. Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio può a buon diritto essere considerato il manifesto di questo movimento: pur non essendo un film tecnicamente perfetto (è il primo del regista, risale al 1980 e praticamente nessuno nella troupe era un professionista), è un affresco sociale di un modo diverso di vivere la vita –sfacciato, sboccato, trasgressivo – , al punto da essere diventato un cult.

Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio

C’era una grande libertà di fondo, che si respirava in tutta la città e che si trasmetterà a tutto il Paese, e il film racconta proprio questo: il fatto che niente scandalizzasse nessuno.

Tra le interpreti principali, oltre a Carmen Maura, una delle muse del regista, troviamo Alaska, una cantante simbolo di quel periodo: una delle sue canzoni più famose recita A quién le importa lo que yo haga? A quién le importa lo que yo diga? Yo soy así , y así seguiré, nunca cambiaré (A chi importa cosa faccio? A chi importa cosa dico? Io sono così, e continuerò ad esserlo, non cambierò mai).

Pedro Almodóvar sul set de Gli amanti passeggeri

Ma Almodóvar, oltre a raccontare un’era, nelle sue pellicole non manca mai di narrare Madrid. In uno dei suoi ultimi film, Gli amanti passeggeri, che per trama e atmosfera ricorda molto i suoi esordi, si vede per esempio il Viaducto de Segovia (tristemente noto come il ponte dei suicidi).
La Bobia, nella zona dove si tiene il mercato del Rastro, fu il bar per eccellenza del periodo della Movida e fece anche da set per il film almodovariano Labirinto di passioni, trasgressivo e provocatorio.
In Kika-Un corpo in prestito si vede invece per la prima volta il nuovo terminal della stazione di Atocha, costruito nel ’92 per il treno ad alta velocità (AVE) diretto a Siviglia.
Il centro di Madrid fa da sfondo anche in uno dei film più recenti, Gli abbracci spezzati; alcune scene di Parla con lei si svolgono invece nel Cine Doré (il cinema nazionale di Madrid) mentre in Tacchi a spillo si riconosce il locale di flamenco Villa Rosa.

Sarebbero innumerevoli i luoghi madrileni usati nei suoi film: come lo stesso regista ha più volte detto. Il suo cinema non può essere capito senza Madrid, in quanto ne è un personaggio fondamentale. Un po’ come New York per Woody Allen.

Nella capitale spagnola Almodóvar su sua stessa ammissione ha sempre trovato il paesaggio perfetto e la fauna adatta per le sue pellicole

Almodóvar davanti al Cine Doré

I critici sottolineano come il regista e la città siano cresciuti insieme, spogliandosi del proprio provincialismo e diventando internazionali. Se si volesse studiare l’evoluzione di Madrid degli ultimi 25 anni non lo si potrebbe fare senza guardarne la filmografia.

Ovviamente, sono anche altri i registi che hanno usato Madrid come set. Uno dei film più assurdi è senza dubbio La Comunidad-Intrigo all’ultimo piano di Álex de la Iglesia: se non lo conoscete, rimediate assolutamente.
Ancora una volta ritroviamo Carmen Maura come protagonista. La trama si svolge in un palazzo del quartiere de La Latina. Memorabile la scena della lotta sul tetto di quella che oggi è la Consejería del Medio Ambiente y Ordenación del Territorio (meglio conosciuto come Edificio del Banco de Bilbao, dichiarato Patrimonio storico spagnolo), in pieno centro città. E’ possibile individuare infatti i principali edifici della Gran Vía tra cui il Metrópolis.

Apri gli occhi 1997 – Madrid

A proposito di Gran Vía, fa da set anche per Apri gli occhi di Alejandro Amenábar (da cui poi è stato tratto Vanilla Sky): per riuscire a girare la scena del viale deserto all’ora di punta, cosa impossibile nella realtà, è stato necessario tenere alla larga passanti e curiosi.

Insomma, Madrid è un vero e proprio set a cielo aperto!

Articolo a cura di Valentina Nahui 

Per trovare questo o altri articoli interessanti su cinema, musica e viaggi, potete visitare il Blog di Valentina “Mochilando por ahí”

https://mochilandoporahi.wordpress.com/

o la sua pagina Facebook

https://www.facebook.com/pg/mochilandoporahi/about/?ref=page_internal