Home Speciale Interviste JAMovie, una t-shirt e…….. Roberto D’Antona!

JAMovie, una t-shirt e…….. Roberto D’Antona!

Oggi lo staff di JAMovie incontra Roberto D’Antona, Attore/regista italiano tra i più premiati anche all’estero nel panorama del cinema indie.

1) Domanda scontata forse ma non troppo: quando e come nasce la tua passione per il cinema? C’e stato un episodio in particolare, un attore/attrice, un film che ti hanno colpito?

Grazie alla mia famiglia sono cresciuto guardando film in quanto loro amavano e collezionavano VHS, quindi posso dire che fin da piccino ho amato il cinema e sono cresciuto con grandi titoli che andavano da Grosso Guaio a Chinatown, Ghostbusters, Beetlejuice a titoli come Evil Dead.
Ma ho capito che la mia non era una semplice passione quando fn da piccino ho iniziato a desiderare e a sognare di diventare come Jim Carrey, di far ridere ed emozionare lo spettatore con la sua stessa genuinità e con il suo stesso talento.
Crescendo ho iniziato a studiare guardando e collezionando migliaia di film, continuando a venerare ancora oggi Jim e amando ed imparando anche da altri grandi pionieri del cinema come Kevin Spacey e tanti altri.
Poi, se un giorno dovesse andarmi male, potrei sempre fare il fattorino delle pizze nella speranza di incontrare le Tartarughe Ninja.

2) Hai preso parte a moltissime interpretazioni sia nel mondo del teatro che ovviamente in quello del cinema. Qual e stata la difficoltà più grande che hai dovuto superare a livello interpretativo in entrambi gli ambiti? 

Interpretare un personaggio è sempre un lavoro molto difficile che richiede determinazione e sacrificio. Sia il teatro che il cinema hanno le loro difficoltà e non sono poche.
La mia più grande difficoltà nel teatro è stata la mia prima volta sul palco da protagonista per un’intera commedia dalla durata di quasi due ore davanti a più di 500 spettatori.
E’ stato un impatto emotivo molto forte. Non dimenticherò mai che prima di entrare in scena ero dietro al palco a tremare come una foglia per l’ansia, poi si avvicinò un attore (e un amico) da cui ho imparato tantissimo e che era co-protagonista della commedia e mi disse: “Quando hai l’ansia prima di andare sul palco, vuol dire che essa si trasformerà in energia e farai divertire il pubblico, se invece vai sul palco troppo sicuro di tè, sarai spento e piatto, quindi: abbi paura!”

A primo impatto quelle parole mi sconvolsero, ma mi fidavo di lui e quando entrai in scena avvenne il delirio e la gente si divertì un sacco.
Nel cinema però, ammetto che vivo difficoltà molto più intense e difficili, in quanto sono costretto a trasformarmi col corpo e a vivere personalità che non mi appartengono e che tendono ad incidere nella mia vita privata e questo è avvenuto in particolar modo con il personaggio Condom nel film Insane e con il personaggio di Sam per la serie The Reaping.

3) Ora che il cinema per te sta prendendo sempre più spazio, pensi che rivolgerai tutte le tue energie nel mondo della celluloide o il palco potrà vederti di nuovo?

Il cinema è la cosa che più amo al mondo (assieme alla pizza e i miei gatti) quindi non potrei MAI abbandonare questa passione/lavoro, ma ammetto che anche il teatro mi è sempre piaciuto, ma richiede molto tempo per via delle prove e al momento non riuscirei a far combaciare le due cose, però:
MAI dire MAI.

4) Partiamo col cinema. Hai interpretato moltissimi ruoli da attore prendendo parte a pellicole di vario genere. Qual e quello in cui ti senti più a tuo agio?

Da un punto di vista attoriale, sicuramente ho un debole per i personaggi comici, drammatici e per i super cattivi, in quanto credo che siano le sfide più grandi per un attore, perché offrono la possibilità di esprimere le proprie capacità nella maniera più assoluta, e io amo le sfide.

5) Sei il fondatore della “Grage Pictures” , casa di produzione indipendente.
Raccontaci un po’ di questa esperienza che va oltre il ruolo di attore.

La Grage Pictures è stata una bellissima avventura e una bellissima realtà fino alla serie Johnny, poi è stata chiusa e di lei ne è rimasto soltanto il suo canale YouTube che supporta ancora le produzioni a cui prendo parte e la sua pagina Facebook che non è più gestita da me, ma viene comunque aggiornata costantemente per coloro che continuano a seguire e a
supportare le mie avventure. La Grage Pictures è nata per gioco nel 2001 con i miei primi corti amatoriali ed ha chiuso bottega nel 2014, ma sarà sempre nel mio cuore, lei è stata la mia prima “cotta”.
Con la serie The Reaping però è nata una nuova produzione: la L/D
Production, una produzione indipendente nata in collaborazione con Annamaria Lorusso e che prenderà sempre più forma a partire dal prossimo anno con l’uscita di The Reaping e con l’avvio di nuove produzioni.

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6) Sei stato fino ad ora sia attore che regista. Qual e una qualità o una caratteristica comune che devi avere per ricoprire entrambi i ruoli? Come si vede Roberto D’Antona tra dieci anni? Più regista o più attore?

Una caratteristica fondamentale per entrambi i settori, per quanto mi riguarda, è quella di riuscire a far emozionare lo spettatore. Nessuna storia può emozionare senza un ottima interpretazione e senza una buona mente che sappia guidare gli attori e la troupe per metterla in scena. L’una non può fare a meno dell’altra. Ovviamente questa è solo una delle caratteristiche che accomuna le due cose, ma ce ne sono tante altre.
Fra dieci anni come mi vedo? Spero bravo e affascinante come Jake Gyllenhaal, ma scherzi a parte non dirigerei mai un film o una serie che non mi permetterebbe di interpretare alcun ruolo in essa, in quanto se io ho deciso di mettermi in cabina regia è solo per poter vestire i panni di personaggi che io amerei interpretare. Quindi sarò sempre un attore/regista e mai il contrario.

7) Hai ricevuto già molti premi per le tue interpretazioni sia in Italia che all’estero nel mondo del cinema indipendente. Il premio a cui ti senti più legato?

Assolutamente il premio come Best Supporting Actor agli American Movie Awards nel 2015 con il personaggio di Condom. Il solo pensiero che la stessa statuetta che ho nella mia bacheca, sia situata nella cristalliera di Steven Spielberg, Meryl Streep, Clint Eastwood e così via, fa venire ancora oggi i brividi. Spero di riceverne altri così importanti nel mio futuro.

8) Parlaci un po’ delle aspettative che hai per “The Reaping”, serie in fase di produzione che anche noi di JAMovie stiamo seguendo. Che aspettative hai per questo progetto? Come ti sei trovato e ti trovi con tutto il cast che ne sta prendendo parte?

Per questa ambiziosa e coraggiosa serie che ha già vinto tre premi di eccellenza negli Stati Uniti ci sono grandi aspettative e grande interessamento da parte di ottimi distributori ed enti televisive.
Attualmente la serie è nell’ultima fase di post-produzione e quindi i frutti verranno raccolti a Gennaio del prossimo anno e solo allora ne consoceremo i risultati, quindi bisogna avere ancora un po’ di pazienza, ma sono ottimista e prevedo grandi cose.
Per quanto riguarda il lavoro svolto da parte del cast, se io mi esponessi potrei sembrare di parte e banale, perciò lascio agli spettatori giudicare, ma ovviamente non posso negare che ci sono state alcune interpretazioni in particolare che mi hanno soddisfatto pienamente.

9) Cosa vuoi dire o consigliare a quegli artisti e/o registi che si vogliono cimentare nel mondo del cinema indipendente oggi? Come vedi la situazione di questo settore attualmente?

C’è crisi in questo settore e questo non si può negare, in pochi producono e produrre a basso costo inizia a diventare sempre più difficile perché bisogna riuscire a tenere il passo con la qualità che aumenta di giorno in giorno. Quindi se devo dire che è facile, mentirei, ma mentirei anche se dicessi che è impossibile. Optimus Prime disse: Niente sacrificio, niente vittoria. Optimus aveva ragione, se desideriamo qualcosa allora dobbiamo
essere pronti a fare enormi sacrifici per ottenerla.

10) Dato che l’anno nuovo si avvicina, quali sono gli obiettivi di Roberto D’Antona per il prossimo 2017?

Io spero nella seconda stagione di The Reaping, ma questo dipenderà da cosa ne sarà della sua distribuzione, il che significa che le riprese per la seconda stagione potrebbero slittare, ma di certo non resterò con le mani in mano. Ci sono grandi idee che girovagano nella mente, magari potrei cimentarmi in una nuova serie o addirittura nel mio primo film, chissà.
Ovviamente, il tutto combacerà con i miei impegni attoriali, fra questi ci sarà sicuramente la serie poliziesca The Game diretta da Andrea Navicella e un lungometraggio horror di cui ancora non posso dire nulla. Vedremo cosa mi attende, magari mi ritrovo nel prossimo film di David Fincher no?
(se, magari!!! :-p)

 

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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