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JAMovie incontra: Giulia Bevilacqua

Credit: Simon
Credit: Simon

Oggi JAMovie ha il piacere di intervistare l’attrice italiana Giulia Bevilacqua, che proprio in questi giorni possiamo ammirare nei panni di Milady nel film di Giovanni Veronesi Moschettieri del Re – La Penultima Missione (qui la recensione).

Ciao Giulia e grazie per essere oggi qui con noi di JAMovie.
Com’è nata la tua passione per il cinema? C’è un film o un attore/attrice in particolare che ti ha ispirato ad avvicinarti a questo mondo?   

Credo che la mia sia una passione innata.
Da quando ho memoria ricordo di aver fatto spettacolo.
Sin da piccola mi divertivo ad intrattenere i miei fratelli e i miei genitori con degli spettacoli, recitavo loro le poesie che ci assegnavano a scuola, ed imitavo le vallette e le presentatrici che vedevo in tv.
In realtà non credevo di poterlo trasformare in un vero e proprio lavoro, poiché la mia famiglia non fa parte di questo ambiente.
Lo vedevo come un mondo difficile da raggiungere e non c’ho creduto veramente fino a che non sono andata in una scuola di teatro amatoriale dopo il liceo.
Li’ il mio insegnante mi disse che avevo talento e che secondo lui dovevo assolutamente provare questa strada.
Se ti dovessi dire di un attore o un film che mi hanno ispirata, ricordo che da bambina insieme a  mia madre guardavo su i Bellissimi di Rete 4 film come My Fair Lady con Audrey Hepburn o L’anatra all’arancia con Monica Vitti.
La mia passione è nata soprattutto dalle commedie italiane e americane di un certo livello, da film con attori davvero talentuosi.
Sin da piccola quindi sono stata educata al bello dell’arte e del cinema.

Nella tua carriera di attrice hai avuto modo di debuttare in diversi ambiti dello spettacolo: teatro, televisione e cinema.
Quali emozioni hai provato in questi importanti debutti?

Ogni volta è un’emozione diversa a prescindere, anche oggi quando arrivo il primo giorno nel set.
Sicuramente la prima volta non si dimentica, ero emozionatissima.
Mi ricordo la prima volta che ho girato una scena con gli attori di Distretto di Polizia che erano già dei mostri sacri come Tirabassi, Memphis, la Pandolfi, Corrente.
Ero emozionatissima ed avevo un’ansia da prestazione incredibile, paura di sbagliare, di essere giudicata, invece loro hanno subito sdrammatizzato prendendomi in giro e per fortuna è andato tutto liscio.
Il teatro invece è un’emozione che ogni volta ti fa rinascere.
Prima di entrare c’è sempre quella tachicardia che ti dice ma chi me l’ha fatto fare, poi invece parti ed è adrenalinico.

Una domanda relativa alle tue esperienze teatrali.
Puoi dirci l’insegnamento più grande che questa esperienza ti ha lasciato?

Me ne ha dati tanti.
Il teatro è terapeutico, è un’immersione totale nel personaggio che ti libera da tutte le frustrazioni e dai pensieri che si hanno nella propria vita.
Personalmente lo consiglierei a chiunque, anche a chi non intende fare questo lavoro.
Anche l’imprevisto è molto affascinante.
E’ quell’occasione per far venire fuori una cosa ancora migliore; da ciò che non sembra perfetto può uscire qualcosa di ancora migliore.

Veniamo al cinema.
Attualmente sei nelle sale con il film di Giovani Veronesi Moschettieri del Re – La penultima missione.
Come sei entrata a far parte del progetto?
Cosa ti piace di questo film?

Sono entrata grazie ad un provino come sempre dovrebbe essere.
Sono contenta che il regista Veronesi mi abbia contattata e che io abbia avuto la possibilità di ottenere questo ruolo interessante.
Interpretare Milady, un personaggio cattivo  molto lontano da me, è stato emozionante e divertente.
Infatti nella vita ciascuno di noi tende sempre a mascherare i propri difetti e la propria cattiveria, aspetti che poi noi tutti abbiamo dentro, perciò poterli tirare fuori grazie a questo personaggio è stato molto divertente.

Credit: Tullio Deorsola

Come ti sei trovata a lavorare con il cast del film? Conoscevi già qualcuno degli altri tuoi colleghi?

Non avevo lavorato con nessuno di loro ma li conoscevo tutti, ed è stato davvero un grande onore.
Ognuno con il suo approccio diverso al lavoro ed è stato davvero divertente vederli all’opera.

Quanto c’è di Giulia Bevilacqua nel personaggio da te interpretato nel film, Milady?
E in generale, quanto è difficile interpretare un personaggio con un carattere diametralmente opposto al tuo?

Interpretare qualcosa che è completamente diverso da te è difficile ma allo stesso tempo è molto stimolante.
Quando interpreti qualcuno simile a te attingi dal tuo vissuto, dal tuo parlato, dalla tua fisicità.
In questo caso ho dovuto lavorare su altre cose, capire perché questa donna si comportava in questo modo e cosa ha scatenato la sua ira, la sua voglia di rivalsa e la sua voglia di vendetta.
Perciò ti dico che è più stimolante e divertente fare una cosa diversa da te.
Questo non solo nell’interpretare i cattivi, ma anche nel fare per esempio la seduttiva.
Io non mi reputo una donna seduttiva nella vita, non la so fare, sono molto più un maschiaccio.
L’unica parte di Milady in cui mi riconosco è il suo lato animalesco.
Ho lavorato molto su questo suo lato e sul suo approccio al sesso.

Il film di Veronesi è un prodotto innovativo e particolare, differente dalle commedie che siamo abituati a vedere.
Alla luce di questo, cosa pensi dell’attuale situazione del cinema italiano?

 Devo dire che c’è molto fermento.
La qualità di quello che viene prodotto è sicuramente molto alta.
Penso che l’offerta sia davvero varia, nonostante il cinema italiano sia ancora per la maggior parte commedia o questo film di denuncia sociale, trovo che ci siano degli altri racconti.

Facci il nome dell’ultimo film italiano e serie tv italiana che hai visto ed apprezzato. 

Mi è piaciuto molto Il miracolo di Niccolò Ammaniti perchè tratta un argomento interessante di cui non s’era mai parlato, così come The Young Pope, o la serie 1992 / 1993.
Attualmente nelle fiction c’è più fermento rispetto al cinema.
In Tv si sta osando di più.

Con quale attore/attrice/regista ti piacerebbe lavorare un giorno?
C’è un’attrice alla quale ti ispiri per la tua recitazione?     

 Paolo Virzì sarebbe il mio sogno perché è un regista che lavora magnificamente con gli attori ed ha un gusto speciale nel raccontare le storie con quel mix di ironia, romanticismo, malinconia.
Per quanto riguarda le attrici mi ispiro a  Monica Vitti, perché per me è un’ icona, un’ attrice che sapeva fare tutto, essere drammatica e comica, intelligente, bellissima, per cui mi viene in mente lei.

Credit: Tullio Deorsola

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per l’immediato futuro il mio progetto principale è la mia bambina, e voglio dedicarmi completamente a lei.
Spero poi che ci siano anche tanti nuovi progetti, magari poter interpretare un ruolo da protagonista. Infatti ho voglia di mettermi in gioco e mi auguro che questo 2019 sia ricco di cose nuove e belle e che possano arrivare molti ruoli stimolanti e gratificanti.

Chi è Giulia Bevilacqua nella vita di tutti i giorni?

Sono una persona molto semplice, mi piace vivere la vita con gli affetti e con le persone a cui voglio bene.
Mi piace circondarmi di questo, mi piace la natura, mi piace andare al cinema, andare alle mostre, stare con gli amici.
Sono una persona che nonostante abbia a volte bisogno dei propri spazi ama avere sempre i suoi affetti accanto.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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