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Intervista con Cristina Puccinelli, regista del pluripremiato corto “Stella Amore”

Quando i sogni si scontrano con la realtà è difficile continuare a credere in essi. Il pluripremiato corto "Stella Amore" ci racconta una delicata storia di disillusione e fermezza.

Mio piccolo attore, ricorda di seguire sempre alcune regole fondamentali: devi essere convinto che tutto può succedere …

Cristina Puccinelli, regista e attrice nel corto “Stella Amore”

Così inizia Stella Amore, il cortometraggio di Cristina Puccinelli, la giovane lucchese che fin da piccola si è dedicata al mondo dello spettacolo prendendo lezioni di danza e teatro. Terminate le scuole superiori, si è trasferita a Roma con l’intento di seguire la sua grande passione: il cinema. Non a caso, passioni e sogni sono anche i temi del cortometraggio realizzato nel 2016 dalla stessa Cristina Puccinelli per una produzione Oh!Pen.

Stella Amore (Eleonora Gentileschi) è una ragazzina che nella vita vuole fare l’attrice e che ha la fortuna di essere scelta per recitare insieme alla famosa e bellissima attrice Gaia De Laurentiis. Sembra quindi davvero il coronamento di un sogno, l’occasione di una vita, eppure non tutto va come dovrebbe. Sul set esistono infatti delle “nuove” regole che la bambina non conosce, la prima delle quali è: non starnutire, cosa che fa quando è nervosa. Ma sul set tutti cercano di accondiscendere le assurde richieste della De Laurentiis, rendendo la piccola Stella ancora più agitata.

Eleonora Gentileschi nel ruolo di Stella Amore

Una storia che riguarda quindi i nostri desideri, ma anche la disillusione che segue spesso alla realizzazione degli stessi. Perché quando voliamo troppo in alto rischiamo di cadere.

Di’ la battuta … Non volevi fare l’attrice? – chiede Cristina Puccinelli nel ruolo di assistente della De Laurentiis. Non è come pensavo. – risponde Stella.

Quante volte ci è capitato di immaginare la realtà in modo diverso rispetto a come si è poi presentata? Perché Stella è una bambina che davvero ci crede in quel sogno, così come crede in Babbo Natale, almeno finché l’attrice, invidiosa delle attenzioni che Stella sta ricevendo, risponde che Babbo Natale non esiste.

E qui gli occhi della bravissima Eleonora si riempiono di lacrime: un pianto in cui chiunque abbia mai avuto delle aspettative superiori alla realtà si può immedesimare.

Oltre a una recitazione d’eccezione da parte della piccola Eleonora, va anche sottolineata la regia di Cristina Puccinelli (con Tommaso Pagliai come aiuto regista) e la sceneggiatura scritta da Cristina Puccinelli e Leonardo Rizzi. Gli altri interpreti, alcuni dei quali anche noti attori italiani (tra i quali si ricordano, oltre alla già citata De Laurentiis, Emanuele Salce, Cristian De Sante, Lucianna De Falco e Alfonso Postiglione), svolgono alla perfezione il loro compito: quello di tentare di distruggere il sogno della bambina.

La strepitosa Gaia De Laurentiis, nel ruolo di “strega cattiva” per Stella Amore

Nonostante tutto, le “vecchie” regole che Stella aveva studiato con diligenza prima di recarsi sul set valgono anche adesso e, soprattutto, sono valide per tutti noi: la realtà è quella che noi creiamo. Se non ci crediamo noi, non ci crederà nessuno.

Tra i tanti festival cui il corto ha partecipato – tra i quali Cannes Short Corner 2016 e Giffoni Film Festival 2016 – Stella Amore è stato insignito di diversi premi per la Miglior Regia (Corti di Sabbia 2016, Fano Film Festival 2016, Corto Dino 2016, Video Festival Imperia 2017), Miglior Attrice Protagonista (Roma Creative Contest 2016 e Videocorto Nettuno 2016) e Miglior Locandina (Videocorto Nettuno 2016). Il corto verrà presentato anche ad I Love GAI 2017 e, nella serata di venerdì 11 agosto, sarà presente al concorso Inventa Un Film 2017.

Ecco l’intervista che abbiamo rivolto direttamente alla giovane regista, che qui ringraziamo per la sua disponibilità.

Buonasera Cristina, ho giusto qualche domanda per i nostri lettori! L’idea del cortometraggio Stella Amore nasce da un tuo personale sogno di diventare attrice?

Io nasco come attrice e il corto nasce dalle aspettative che uno ha nei confronti di un proprio ideale. L’idea consisteva nel raccontare il disincanto nella realtà in generale, ma il mondo del cinema era particolarmente adatto a questo scopo in quanto rappresenta un mondo altro che in quanto tale si può mettere facilmente in scena.

“Stella”, interpretata dalla brava Eleonora Gentileschi, come si è rapportata con la macchina da presa?

Eleonora non aveva esperienze pregresse in campo cinematografico; nemmeno voleva fare l’attrice! Voleva fare la veterinaria. L’ho vista a una cena in un ristorante: l’ho vista cambiare espressione, piangere … Mi sono fatta dare il numero dal padre e l’ho chiamata sei mesi dopo perché al momento il corto non era ancora pronto per essere girato. Aveva quella tristezza negli occhi … Sul set era spontanea, sveglia, si nutriva di ciò che vedeva; in poco tempo aveva già capito i ruoli della troupe e si era anche fatta portare delle coperte! Sarebbe stato un problema per l’intero corto se non fosse stata brava, visto il suo ruolo principale.

Bisogna essere bravi anche a capire le potenzialità di ognuno, no?

Sì, poi ha recitato anche in altri progetti. Io l’ho un po’ indirizzata verso il cinema… Spero sia la strada giusta!

Nel corto vi è la partecipazione della famosa e bravissima attrice Gaia De Laurentiis. È stata tua l’idea di scritturarla e come ha reagito l’attrice?

Sì, l’idea è stata mia per il suo splendido viso. Desideravo avere un personaggio che fungesse un po’ da “Strega di Biancaneve”. Sai, algido se pur piacente e rassicurante se lo guardi da vicino. Lei ha accettato con piacere ed è stata disponibilissima, trovando anche delle caratteristiche del personaggio affini a sé, ‘che è un po’ quello che facciamo noi attori.

Che aria si respirava sul set?

Un casino! Vi era tantissima gente: eravamo venticinque attori, più le comparse … cui devi aggiungere la troupe! In poco tempo abbiamo dovuto girare il corto ma essendo molto corale era necessario che gli attori seguissero il flow. Gli attori importanti, come ad esempio Cristian De Sante, avevano piccoli ruoli ma nessuno di loro ha voluto fare “la prima donna”; erano tutti gentili e disponibili.

Ora una domanda difficile: visti i premi e le nomination ai concorsi, anche importanti, che ha ricevuto e sta tutt’ora ricevendo Stella Amore, a cosa pensi sia dovuto maggiormente questo successo?

Mi hanno detto che piace molto il lavoro con gli attori. Io vengo dal mondo della recitazione e mi piace lavorare con gli attori. Inoltre so che la sceneggiatura è riuscita a toccare molte persone, soprattutto gli attori, che spesso sperimentano la stessa disillusione di Stella: Matteo Branciamore, Nina Senicar mi hanno fatto notare questo dettaglio. Ancora di più piace la sceneggiatura alle donne; sai, per quelle attenzioni ai particolari e la sensibilità che vi è dietro.

Qualche consiglio per chi, come Stella, desidera lavorare nel mondo del cinema?

Innanzitutto, capire cosa piace fare e per cosa si è portati: il mondo del cinema è vasto. Quindi sperimentarsi è fondamentale. Poi una scuola è necessaria. Anche collaborare, iniziare con piccole cose dato che il cinema è un’attività molto pratica e devi fare esperienza sul campo.

Qual è, per te, il senso di fare cinema?

Le storie, fin dalla preistoria, servono per andare avanti. È un modo per capire più a fondo e anche per capirsi; ciò lo puoi fare anche divertendoti, come penso dovrebbe essere la vita.

Un po’ come tutta l’arte.

Sì, esatto. Quando devi capire le cose, ti aiuta a trovare la strada. Come ho detto spesso, il cinema mi ha salvata.

Venendo dalla recitazione, preferisci dunque recitare?

No, in realtà ora mi dedico più alla regia; per il momento ho messo da parte la recitazione. Mi piace scrivere e dedicarmi ai miei progetti.

Altra domanda complessa! Quali sono i registi che ti hanno ispirata di più nel tuo lavoro?

Dico spesso Chaplin, soprattutto con Luci della ribalta, che è stato per me una rivelazione. Per quanto riguarda gli italiani, posso dire Pietrangeli e Fellini. Andando sul surreale direi [Michel] Gondry e il mondo allucinato di [David] Lynch. In realtà mi nutro di un po’ di tutto, eccetto horror e western.

Puoi anticipare ai nostri lettori di JaMovie i tuoi prossimi progetti?

Certo! Ho un corto già finito, anche se non so dove verrà distribuito. Poi ne ho realizzato anche un altro. Al momento sto iniziando a lavorare a un documentario.

Sogni nel cassetto?

I lunghi sono l’aspirazione. Non è facile al momento, soprattutto nel mercato italiano e al giorno d’oggi rispetto ai gusti internazionali e con i cambiamenti dei mezzi di comunicazione. Ma ancora si fa cinema e quindi, sebbene la strada sia lunga, c’è ancora spazio per i giovani che sognano di arrivare al lungo.

Grazie e in bocca al lupo per il tuo futuro!

D’altronde anche Stella Amore è partito da un sogno. Tutto nasce da qui: avere un desiderio e cercare di realizzarlo anche a patto di scontrarsi con la realtà. I fallimenti possono essere tanti nella vita e riguardare diversi ambiti: tutto ciò in cui crediamo profondamente, che si tratti di sogni, amicizia o amore, rischiano di ferirci. Ma questo non deve fermarci. Alla fine, conta come noi vediamo quello che ci circonda e la nostra capacità di trasformare le delusioni in un’esperienza comunque stupenda. Stella ci insegna che basta crederci.