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Intervista al regista Giovanni Bufalini!

Buongiorno Giovanni! Con quali film e in che periodo della tua vita nasce la passione per il cinema?

Ciao Massimo. Mia madre con gli horror, e sicuramente mio padre con i western. Ho cominciato ad andare al cinema, da solo, già nei primi anni ottanta. Piccolissimo. I grandi film americani di avventura di quegli anni mi hanno sicuramente formato. Ma avevo anche una passione per Fred Astaire e Ginger Rogers.

Prima di diventare regista, sei stato attore, fumettista e illustratore. Ci puoi parlare di queste tue esperienze artistiche?

Disegnavo, da sempre. Che io ricordi. Sono andato via da Orvieto proprio per seguire inizialmente quella passione e frequentare la Scuola del Fumetto di Milano, negli anni novanta. Musica, canto, e poi recitazione soddisfacevano intanto il bisogno giovanile di ribalta. Poi, con la Regia, ho capito che tutte queste passioni si potevano fondere assieme. E molto di più.

Nel 2001 firmi il tuo esordio alla regia con il mondo movie “Marasma Milano”. Forse l’ultimo mondo movie girato sul pianeta Terra, si dice nel web…

“Marasma Milano” è stato la mia palestra assoluta. Avevo 25 anni ed ero completamente autodidatta per quel che riguardava la regia. Fu finanziato dal Comune di Milano ed è il mio omaggio alla città che è stata il mio Paese dei Balocchi. Mi ha portato fortuna, dato che è grazie a quello che poi sono stato anche ammesso alla Civica Scuola del Cinema e Televisione di Milano. Dove mi sono diplomato. Ancora oggi, ogni tanto, qualche appassionato mi chiede una copia del film. E io mi diverto a spedirla a tutti, porta a porta. Per mantenere la curiosità sul mio esordio. 

Quali sono i tuoi mondo movie preferiti della “età dell’oro” di quel genere?

“Mondo Cane”, ovviamente. “Addio Zio Tom”. Ma anche “Mondo Cane 2000” che, di impianto molto meno cinematografico ma assai più goliardico, è quello che ha ispirato più direttamente il mio “Marasma Milano”.

Hai fatto esperienza in set professionali con tanti registi famosi, tra i quali Pappi Corsicato. E’ stata un’ottima “palestra professionale”, immagino!

Ho fatto l’aiutoregia e l’assistente con alcuni registi negli anni, sia italiani che stranieri. E’ stata una tappa fondamentale del mio percorso professionale, sicuramente. Ma, a differenza di quello che accadeva quando il cinema italiano era un’industria florida, oramai non rappresenta più il naturale passaggio alla regia. Consiglio piuttosto ai più giovani di mettersi con costanza in gioco, direttamente. E produrre molte cose proprie, anno per anno. La regia è una malattia terminale. Se ti infetta, poi è incurabile.

Nel 2004 giri il cortometraggio “Prima serata” e “Domani” (con Giuseppe Fiorello). Ce ne puoi parlare?

Non è esatto. “Prima Serata” è stato il mio primo cortometraggio in pellicola. Un noir brevissimo, girato durante il Master di Cinematografia alla Civica di Milano nel 2003. Mi ha dato soddisfazioni, nella selezione ufficiale del Festival di Bellaria dello stesso anno e risultando poi Primo Classificato al Festival Obiettivo Corto si S. Agata de’ Goti nel 2004. 

“Domani”, invece, è del 2011. Prodotto da Rosario e Beppe Fiorello, e interpretato da quest’ultimo, è il mio piccolo omaggio al Neorealismo. E’ stato Proiezione Speciale al Sarno Film Festival, ha vinto il Primo Premio Giuria Tecnica UIL – A Corto di lavoro nel 2013. Ma soprattutto si è aggiudicato il Premio Speciale Selezione Nastri D’argento al Cortinametraggio del 2011.

Hai diretto, nel 2013, “Tribute to Sophia Loren con Roberto Benigni”, prodotto da Cinecittà Luce. Di cosa si trattava?

In occasione del tributo a Sophia Loren, fatto a Los Angeles all’Accademia dell’Oscar in collaborazione con Cinecittà Luce, mi era stato chiesto di realizzare una serie di videomessaggi degli amici illustri della Diva, che sono stati poi mandati in onda durante la serata americana. Quello con Roberto Benigni è un piccolo gioiellino. L’abbiamo realizzato anche in lingua italiana per la rubrica del TG1 di Vincenzo Mollica. Uno degli incontri professionali, quello con Roberto, più umani e sinceri della mia carriera fin qui.

Sempre nello stesso anno dirigi un film musicale, “Pergolesi Stabat Mater”, che è stato distribuito anche all’estero. Che tipo di esperienza è stata?

 E’, a tutti gli effetti, il mio primo lungometraggio. Prodotto dalla multinazionale Q8 e distribuito direttamente in home video e sui canali Sky, è un film musicale dove la classica viene messa in scena da film. Un’esperienza unica per me, che è stata molto apprezzata soprattutto all’estero.

Hai fatto anche lo spot ufficiale della trentacinquesima edizione del Fantafestival!!

Ho partecipato al contest internazionale del Fantafestival nel 2015. Avendolo vinto, il mio è diventato lo spot ufficiale della 35 edizione. L’anno dopo, mi hanno direttamente commissionato anche lo spot della 36 edizione.

L’anno scorso hai fondato una piccola casa di produzione, la Dauphine Factory…

Non è una piccola casa di produzione indipendente, come ce ne sono tante, ma piuttosto la sezione sviluppo progetti indipendenti della ventennale casa di produzione di cinema e fiction Dauphine Film Company, di Roberta Manfredi e Alberto Simone. In questo primo anno di collaborazione, abbiamo realizzato assieme vari prodotti di taglio breve che sono arrivati anche alla distribuzione televisiva nazionale.

Attualmente sei docente di sceneggiatura e regia nella Scuola Romana di Fotografia e Cinema. Il tuo curriculum artistico e professionale è a dir poco variegato!

Insegno da quasi vent’anni in vari corsi e scuole d’arte nazionali. Attualmente, sono il direttore della sezione cinema della Scuola Romana di Fotografia e Cinema e recentemente anche docente universitario di regia e sceneggiatura alla Link Campus University. L’insegnamento mi piace molto e credo di esserci abbastanza portato. Oramai.

Quali sono i tuoi film italiani preferiti degli ultimi anni?

“Arrivederci Amore Ciao” di Michele Soavi, su tutti. Il miglior regista italiano in attività, per me.

Cosa ne pensi dell’attuale cinema indipendente italiano?

Ce la possiamo fare. E’ tornato possibile crederlo.

Stai lavorando a qualche progetto cinematografico in questo periodo?

Vari. E non sono solo commedie. Ma, in questo mestiere, il progetto che si avvera è solo quello che puoi vedere in sala. Alla fine dei titoli di coda. Quindi, ti toccherà stare a vedere. Grazie delle domande. Mi sono piaciute.