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Indie e superbo: Blue Jay – La recensione

Jim e Amanda si incontrano dopo anni in un supermercato. Il primo è tornato nel paesino natio per svuotare la casa della mamma morta da poco mentre la seconda deve assistere la sorella prossima a partorire. In una giornata si immergono nei ricordi di scuola quando erano fidanzati e riflettono sul loro passato.

Presentato all’ultimo Toronto International Film Festival, questo “Blue Jay” è uno dei film più belli dell’anno, a mio avviso. Perché, direte voi? Una storia così ordinaria… E’ come viene raccontata la vicenda dei due protagonisti a conquistare. I due interpreti improvvisano per la maggior parte del tempo e questo crea una bellissima magia donando un forte realismo ai dialoghi, molto comuni.

Sarah Paulson è Amanda.. Sembra una diva di altri tempi!
Sarah Paulson è Amanda.. Sembra una diva di altri tempi!
E’ un film che unisce il teatro al cinema con un meraviglioso bianco e nero che dona poeticità e raffinatezza a tutta la struttura. Sembra di vedere un grande classico del cinema di un tempo, ma ambientato nei giorni nostri.

“Blue Jay” rappresenta uno spaccato di due adulti sulla soglia della seconda età, ognuno con un’esistenza non appagante. E qui arrivano i rimpianti, i pensieri sul passato. Il loro incontro sembra orchestrato dal destino che li vuole far confrontare un’ultima volta.

Noi spettatori entriamo nei cassetti del loro passato ed empaticamente ci emozioniamo, e sorridiamo, tra un ricordo e un altro. E’ facile entrare in connessione con la vicenda vista anche l’ordinarietà dei protagonisti in questione.

Mark Duplass e Sarah Paulson
Mark Duplass e Sarah Paulson
“Blue Jay” è un film semplice ma assolutamente non banale, limpido, onesto, vero, emozionante, poetico e malinconico.

Ottima la regia, dove il regista Alexandre Lehmann si limita a seguire con delicatezza e sensibilità i due protagonisti.

Magistrale la performance di Sarah Paulson come Amanda, ruolo cinematografico da protagonista che le dà finalmente giustizia (indimenticabile come comprimaria nel meraviglioso “12 anni schiavo” di Steve McQueen). Il suo talento è così massiccio che il suo collega Mark Duplass (anche sceneggiatore) rimane spesso in ombra, anche se risulta convincente nella parte di Jim.

Insieme, comunque, hanno una grande alchimia e non sembra di vedere due attori, ma due persone che si sono amate e poi perse. La scena in cui ballano e cantano No More “I Love You’s” (mai più ‘ti amo’) di Annie Lennox è uno dei momenti più alti del cinema 2016: romanticismo, eleganza, raffinatezza, malinconia.

L'ultimo ballo
L’ultimo ballo

Andate su NETFLIX e guardatevi questo meraviglioso gioiello, raffinato inno al passato, all’amore, ma soprattutto all’Arte. Viva il Cinema, ma anche viva il Teatro.

Ancora una volta il cinema indie è cinque passi avanti al cinema mainstream. Vedere per credere.

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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!