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Il violinista del diavolo (2013)

Paganini

La pellicola di Bernard Rose, ci racconta in un misto tra eventi inventati e realmente accaduti, una piccola parte della vita dell’estroso musicista italiano Niccolò Paganini.


Musicista di eccelso talento nel suonare il violino, ma non altrettanto brillante nella sua vita privata, segnata da una grande passione per le donne e per il gioco d’azzardo.

Il regista inglese decide di affiancare al protagonista la figura ambigua e poco rassicurante di Urbani (Jared Harris), quello che nel film sarà il suo “manager” ed oscuro mentore.
Una figura di diavolo tentatore, capace di far ottenere al musicista la fama e il successo che nessuno sembrava vedere. Il tutto in cambio di nulla, eccetto l’anima.
Si, quell’anima che Paganini, come si racconta, sembrò aver venduto al diavolo in cambio della gloria assoluta.

Paganini è interpretato invece da un musicista vero, l’artista tedesco/americano David Garrett.
Scelta che senz altro fa perdere qualcosa al personaggio nelle parti recitate, ma che con la sua abilità nel suonare il violino riesce in pieno nell’ impresa di rappresentare il grande talento del musico italiano.
Musico tanto unico nelle sue melodie, quanto abile nel suonare, anche senza tutte le corde del suo strumento.

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David Garrett è Paganini

Paganini però dietro il suo talento nasconde un’anima fragile, tormentata, paranoica.
Aspetto che la sua musica frenetica e calzante fa emergere.
Rose lo mette in scena come un uomo non propriamente in buona salute.
Vestito sempre di nero (così come la sua carrozza), capigliatura sempre incolta, barba incolta.
Un aspetto quasi vampiresco insomma.
La sua anima sembra trovare pace solo nelle attenzioni della bella e giovane Charlotte, vista quasi una redenzione del violinista per tutta la sua vita passata.
Ma come spesso nel film Urbani gli ricorda, un patto col diavolo ha sempre un prezzo molto alto.
Il violinista del diavolo non è il classico film autobiografico sulla vita e le gesta di un personaggio realmente esistito.

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Il maestro all’opera

il film mette più che altro in risalto alcuni lati meno conosciuti del protagonista, quelli oscuri del suo carattere. Alcuni elementi sono un po’ trascurati e non sfruttati a dovere.
Urbani non ha un grande background e i personaggi di contorno non sono molto caratterizzati.
Garrett stesso è bravissimo nel tenere un violino tra le mani ma un po’ meno nel recitare.
Non siamo assolutamente ai livelli dell’ Amadeus di Forman, ma sicuramente un passo avanti rispetto al Paganini di Klaus Kinski. Rose voleva inscenare il film più sul lato diabolico del talento e l’abilità di un’artista nel valorizzare le sue doti e lo strumento che ha tra le mani.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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