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Greyhound – Il nemico invisibile

Tratto dal romanzo The Good Shepherd di Cecil S. Forester pubblicato nel 1955, Greyhound racconta la storia del capitano di corvetta Ernest Krause alla guida di una flotta internazionale di 37 navi alleate nelle fredde acque del mare del Nord contro un temibile gruppo di lupi marini Uboot tedeschi.

Siamo nei primi giorni del coinvolgimento degli States nel Secondo conflitto mondiale. L’America è un paese ferito e ancora sanguinante dopo i fatti di Pearl Harbor. Ernest Krause è uno dei tanti uomini al servizio della causa, motivato dalla patria e da un solido fervore religioso.

Granitico è anche il risultato, war-movie d’antan, quasi fordiano, Greyhound vanta un forte rigore nella messa in scena e una castigata e sobria narrazione. Gli eventi si svolgono, premesse a parte, in poche ore. Tutto il resto è guerra, strategia militare e un linguaggio tecnico per amanti del genere. Dietro questa pellicola, scritta dallo stesso Tom Hanks, c’è un lungo e lodevole filone cinematografico al quale gli autori attingono.

Un preciso pubblico apprezzerà la pellicola per gli aspetti squisitamente tecnici, legati alla ricerca maniacale del dettaglio e delle accuratezze storiche.

Quello che però riesce a salvare la pellicola dalla mediocrità è il coraggio e le ambizioni. La figura di Krause si presenta sin dall’inizio con una marcata aurea cristologica che diventa esplicita quando il capitano perde sangue a mo’ di stigmate dai piedi arsi dalla tensione e dal sacrifico di portare in salvo i suoi uomini, agnelli spaventati dalle brutture del conflitto. E’ un action anomalo quello di Aaron Schneider, in cui i protagonisti non sono gli effetti speciali, ma neanche la psicologia dei personaggi, a volte abbandonati a se stessi o incompiuti, o le tracce narrative, su tutte la pallida storia d’amore (con la pur brava Elisabeth Shue) che apre e chiude la pellicola.

Piuttosto Greybound è un film/saggio cinematografico in cui la parabola evangelica prende il sopravvento sulle esplosioni e tanto quanto sulle emozioni.

Un’opera non perfettamente compiuta, in cui la tesi viene prima del risultato. Piacerà anche allo spettatore distratto grazie ad una snella durata (91 minuti) e ad alcuni picchi di tensione discretamente scritti e diretti.

Un kolossal d’azione e da riflessione costato 50 milioni di dollari e distribuito direttamente home video su AppleTV+ a causa dell’emergenza sanitaria.