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Frozen II – Il segreto di Arendelle, tornare bambini con un grande musical – La recensione

Anna, Elsa, Kristoff, Olaf e Sven si mettono in viaggio verso un’antica foresta di una terra incantata. Il gruppo deve scoprire l’origine dei poteri di Elsa per poter salvare il regno di Arendelle.

Dopo il successo mondiale del primo episodio era praticamente d’obbligo, piu’ per i produttori di casa Disney che per i fan, un sequel diretto a “Frozen – Il regno di ghiaccio”. Torna tutto il team il quale sa dove andare a parare evitando una copia carbone del precedente.

“Frozen II – Il segreto di Arendelle” è un grandioso musical animato dove la storia è in funzione della musica.
I protagonisti di “Frozen II – Il segreto di Arendelle”

La colonna sonora è la protagonista di questo film d’animazione con una perfetta struttura da musical. Anche se non abbiamo un brano che rimarrà alla storia per potenza, anche se sarà il tempo a parlare, come Let it go (All’alba sorgerò) questa colonna sonora è più corposa del precedente capitolo, sia come costruzione che come orchestrazione. Canzoni più lunghe e ampliate con momenti corali. Come in ogni musical che si rispetti troviamo riprese di temi. Reparto musicale veramente ineccepibile con sonorità anche particolari. Into the Unknown (Nell’ignoto) inizia come un brano di Kate Bush e si evolve come un brano da Wicked, uno dei musical più amati a teatro. Da menzionare anche il nuovo brano di Kristoff intitolato Lost in the Woods (Perso quaggiù) che è un omaggio musicale e visivo alle rock ballad anni ’80 come I Want to Know What Love Is. Meraviglioso il brano Mostrati (Show Yourself), il quale ha anche la scena più commovente ed emozionante. Promossa anche la traduzione italiana, dai testi fedeli al cast vocale.

In questo nuovo episodio si punta al più. Non solo più musica, ma più avventura, più epicità, più dramma e…più Olaf.
Anna e Elsa da piccole coi loro genitori

Il film scorre perfettamente alternando momenti d’azione ad altri di tensione e di commozione regalando anche più screen time all’aiutante amato da tutti, Olaf. Divertentissime gran parte delle sue scene, su tutte quella in cui racconta quello successo precedentemente. Ottima la costruzione ed evoluzione di tutti i personaggi che si amano tutti senza distinzione.

Come scritto sopra, la sceneggiatura è a servizio della musica, ma funziona quasi sempre. Si evolve il rapporto tra sorelle con una Anna più premurosa e una Elsa sempre più determinata e autosufficiente. Una Regina che non si siede nella vita, ma sempre proiettata in avanti, senza paura con poteri immensi e invidiabili. Lei è un esempio per tutti. Anche qui non viene presentata la classica storia Disney: l’amore c’è sempre, ma è più importante raccontare quello della famiglia. Molto deliziosi i momenti tra gli innamorati Kristoff e Anna che non scivolano mai nello stucchevole.

Elsa verso l’ignoto

Gli sviluppi sono abbastanza prevedibili, ma lo spettatore assiste a uno spettacolo musicale di incredibile bellezza. Molto bella la direzione dei registi Chris Buck e Jennifer Lee e meravigliosamente stupefacente l’animazione, anche qui molto attenta ai dettagli, dall’acqua ai vestiti dei personaggi. Un sequel molto diverso dal capostipite, ma altrettanto potente anche se per motivi diversi. Per una volta viene premiato il more is more.

Un nuovo classico è entrato nelle nostre vite e lo si accoglie a braccia aperte. Ora finiamola qui, però.