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FEFF22: The House of Us – la recensione

The House of Us è il primo film della 22esima edizione del Far East Film Festival che andiamo a presentarvi. Prima, però, una brevissima introduzione al FEFF, il più importante festival di cinema asiatico, che per l’occasione si mostra in una veste tutta rinnovata.

Il festival si sposta online sulla piattaforma MYmovies.it. Qui, tutti i film saranno visibili sia in diretta – con possibilità di scambiare le proprie opinioni con gli altri spettatori – sia in differita. Quest’anno dunque non ci ritroveremo solo a Udine come gli anni scorsi, ma in tutto il mondo e in qualunque stanza. Che siate seduti comodi comodi sui vostri divani o sdraiati sul letto con pc e popcorn non importa! Ovunque vi troviate, non vediamo l’ora di accompagnarvi in questo fantastico viaggio verso il Far East.

The House of Us di Yoon Ga-eun

Il primo film che vi consigliamo è The House of Us (Sud Corea, 2019), diretto e scritto dalla regista Yoon Ga-eun, nota agli amanti del cinema asiatico per la sua apparizione sul palco di Udine nel 2016 con The World of Us.

Come nelle opere precedenti, la regista sudcoreana realizza un film sull’infanzia: Hana (Kim Na-Yeon) e le sorelline Joo-mi (Kim Si-ah) e Joo-jin (Joo Ye-rim) sono delle bambine che crescono in famiglie difficili, tra i continui litigi in cui vive la prima e l’assenza dei genitori delle seconde.

Da sinistra a destra: Hana, Joo-jin e Joo-mi

Hana reagisce al divorzio dei genitori proponendo in modo insistente un viaggio di famiglia, con la speranza che questo possa appianare i dissensi tra i suoi genitori. Come se i risentimenti della madre di Hana, donna preoccupata solo della propria carriera, e l’alcolismo e i tradimenti del padre possano essere cancellati da una folata di vento in riva al mare…

Nello stesso momento, Joo-mi è alle prese con le difficili cure nei confronti della sorellina Joo-jin. La situazione si complica ulteriormente quando la padrona di casa decide di sfrattare le piccole inquiline mentre i loro genitori, che vivono lontani da casa per lavoro, non rispondono più al telefono.

I viaggi al mare

Le storie di Hana e delle sorelle si intrecciano fin da subito: abbandonate dalle rispettive famiglie e accomunate da un medesimo desiderio di normalità, Hana convince le amiche a compiere un lungo viaggio verso una spiaggia di cui non conoscono la posizione alla ricerca dei genitori di quest’ultime. Solo così sarà possibile evitare l’ennesimo trasferimento delle giovani Joo-mi e Joo-jin, ormai prive di una casa degna di tale nome.

Le bambine si mettono in viaggio per ritrovare i genitori di Joo-mi e Joo-jin

Il viaggio sarà più complesso del previsto: tra giochi, litigi e paura, le ragazzine sperimenteranno un imprevisto percorso di crescita.

Ecco due viaggi paralleli: uno realizzato e un altro solo sognato, ma entrambi necessari per trovare quelle risposte che solo la vita è in grado di dare.

The House of Us: parere tecnico

Eccezionale la recitazione delle protagoniste che, pur giovanissime, dimostrano grandi doti attoriali. La regia è consapevole dei propri mezzi e la sceneggiatura ben realizzata, senza buchi né facili risoluzioni. L’infanzia è trattata con grande serietà e, sebbene l’argomento sia poco propenso alla leggerezza, le scene sono rappresentate con un tono vivace e mai didascalico.

Osservazioni finali (con spoiler)

The House of Us rappresenta un film realistico e delicato al tempo stesso, che riesce nel difficile compito di non cadere nel cliché delle supereroine che, come deus ex machina, ribaltano la situazione dall’alto.

Questo film ci ricorda che a volte non bastano nemmeno tre bambine dolci, coraggiose e determinate perché le proprie famiglie disfunzionali cambino. Non tutto può essere sistemato e non tutti possono essere salvati. Si può solo accettare quello che accade e iniziare così il vero viaggio. Questa volta, con una consapevolezza in più: le persone con cui abbiamo condiviso un tratto di strada resteranno con noi per sempre.

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Quando avevo sei anni e la maestra mi fece la classica domanda: "E tu, da grande, cosa vuoi fare?", la mia risposta fu, con tutto l'entusiasmo che avevo in me, "cinema, ovviamente!". Due minuti dopo scoprii, con mia grande delusione, che "cinema" non veniva considerato dagli adulti qualcosa che io potessi fare. E nemmeno un hobby troppo serio, a dirla tutta. Proprio per dimostrare il contrario (o forse per confortare la tesi della non serietà?) oggi sono qui, a scrivere per JAMovie. Che film prediligo? Non disdegno nulla, ma in particolare sono quella che scrive di film sconosciuti a tutti, a volte persino ai registi stessi, che pensavano di aver girato una pubblicità di biscotti e invece io ritrovo nel loro lavoro una riflessione sull'unità familiare nel meraviglioso momento del risveglio del XXI secolo. Le pubblicità, però, le lascio volentieri a qualcun altro. Qui mi occupo di film outsider, recensioni e approfondimenti. Tutti per voi!