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Doctor Sleep – La Recensione

Lo sanno tutti che Stephen King ha sempre odiato Shining di Stanley Kubrick. Così come tutti inizieranno a parlare di Doctor Sleep dicendo che “lo sanno tutti che Stephen King ha sempre odiato Shining di Stanley Kubrick”.

La cosa migliore da fare quando si parla di un sequel, è quella di non parlare troppo del film che lo ha preceduto, soprattutto se si tratta di uno dei più amati film della storia del cinema. A meno che a farlo non siano gli autori stessi…

Ma parliamo della trama (senza spoilerare troppo).

Dopo una breve “ouverture” negli anni ’70, ci ritroviamo improvvisamente nel 2011. Dan Torrance (Ewan McGregor) ormai adulto rispetto agli eventi dell’Overlook Hotel, si è appena trasferito in una piccola cittadina del New Hampshire per sfuggire alla sua vita da alcolizzato e tossicodipendente. Grazie all’aiuto di Billy (Cliff Curtis) e ad un gruppo di alcolisti anonimi, tutto sembra prendere la giusta direzione.

Dan trova anche un lavoro in un ospedale, dove utilizza la ‘luccicanza’ per dare conforto ai pazienti prossimi alla morte (appunto Doctor Sleep).

Intanto da qualche altra parte nel New Hampshire, la piccola e dotatissima Abra Stone (Kyliegh Curran) inizia a manifestare sempre più chiaramente ai suoi genitori, le doti legate alla “luccicanza”. Non ci vuole molto affinché la piccola non venga notata/avvertita dalla bellissima Rose Cilindro (inquietante  e brava Rebecca Ferguson) e dai membri del misterioso “Vero Nodo”, creature maligne che si nutrono proprio della luccicanza di alcuni bambini. Sarà proprio Abra a contattare Dan in cerca di aiuto, costringendo l’uomo a fare di nuovo i conti con i fantasmi del suo passato.

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King, Doctor Sleep è stato scritto e diretto dal regista americano Mike Flanagan.

41 anni, nato a Salem (si proprio quella Salem), il regista si è distinto con pellicole come Il terrore del silenzio, Ouija – L’origine del male e Il gioco di Gerald (tratto sempre da King). Proprio com’era accaduto con quest’ultimo film, il giovane Flanagan spegne l’ardore emotivo e l’intimo romanticismo dei libri a favore di una mise-en-scène decisamente più grigia ed asettica. Potrebbe apparire come un pegno di devozione, un giustificabile timore reverenziale, ma non è così.

Uno dei problemi principali di questo Doctor Sleep è proprio nella scelta stilistica. Grigiore non vuol dire necessariamente sobrietà, tutt’altro. Eccessivamente verbosa ed esplicativa, la pellicola di Flanagan è piuttosto volgare, in senso figurato, inteso come grossolano, rozzo.

Il film inoltre sembra costantemente incerto, ma trova riparo, spesso e volentieri, nel film di Kubrick.

Doctor Sleep risulta, per tal ragione, terribilmente derivativo e non riesce ad emergere per proprie virtù, quanto per emozioni e suggestioni indotte dal capolavoro del 1980.

Tutte le cose interessanti di Doctor Sleep sono  dunque un’eredità kubrickiana.

Nonostante queste critiche, alla fine il film risulta gradevole per una visione disimpegnata. Inoltre il piglio leggero da cinecomic dell’orrore aiuta a sopportare la durata eccessiva di 151 minuti della vostra vita.