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Dio è Donna e si chiama Petrunya – La Recensione

Fiero, deciso, non interpretabile.
Il film Dio è donna e si chiama Petrunya della regista Teona Strugar Mitevska è forte e diretto già dal titolo che non ammette repliche o interpretazioni alcune.

La sua protagonista, l’ imperfetta Petrunya (Zorica Nusheva), è una ragazza che ha già passato i trent anni e vive ancora con i genitori (con la madre non va per nulla d’accordo), senza un lavoro fisso.
Dopo l’ennesimo colloquio di lavoro andato storto Petrunya si trova nel bel mezzo di una tradizionale cerimonia religiosa nel suo paese, riservata ai soli uomini.
E’ da qui che prende forma la forte impronta femminile della pellicola.

Petrunya insorge, rompe le regole.
Abbatte quella prigione in cui lei, e molte altre donne, purtroppo, si trovano ancora rinchiuse al giorno d’oggi.
Una prigione nelle quale sono state rinchiuse dal genere maschile, che agisce più con i bestiali impulsi del basso ventre che con il proprio cervello e da un mondo religioso che in molti casi è ancora troppo ancorato a regole e credenze appartenenti ad un mondo che non c’è più.

Ma Petrunya, nonostante non sia la bomba sexy e provocante che è l’unico modello di donna che i bestiali uomini di oggi sono disposti ad accettare, prende in mano la situazione ed insorge contro tutto questo.
Si fa portavoce di un mondo femminile che è stanco di sottostare a vecchi dogmi e ad un mondo maschilista che oggi non può più esistere.
La sua voce, le sue azioni, diventano la voce e le azioni di tutte quelle donne che vogliono e meritano di emergere nella società al pari dei loro colleghi uomini, o forse anche più, come è giusto che sia.

La regista Mitevska fa il resto.
Rende questo messaggio chiaro e diretto senza tanti voli pindarici, ma lo fa con molta ironia e con qualche momento di comicità, che sicuramente rispecchia un grandissimo pregio del mondo femminile: non rispondere mai alle offese o ai torti con un altro torto o offesa, ma sempre con intelligenza ed astuzia, che le porta poi a raggiungere meglio ed in maniera più efficace ed elegante il loro obiettivo, la loro vendetta, il loro riscatto.

E allora ben vengano questi esempi di donne forti che sono pronte a prendere il posto che gli spetta nel mondo.
Insorgete donne, prendetevi tutto ciò che è vostro.
E noi, impariamole ad amare e rispettare.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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