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Dennis Villeneuve su Dune: “sarà il progetto della mia vita”

Villeneuve

In un’intervista per Variety Dennis Villeneuve ha avuto modo di parlare di Blade Runner 2049 e di Dune, suo prossimo e ambizioso progetto futuro.

A proposito del sequel dell’indimenticabile capolavoro di Ridley Scott, Villeneuve ne ha parlato come il progetto più rischioso a cui abbia mai partecipato:

“Sento una forte pressione ogni giorno. Allo stesso tempo, però, non sono mai stato tanto ispirato ed eccitato. Amo il rischio. Tutti i miei progetti sono stati caratterizzati da un certo livello di rischio artistico o, a volte, un rischio sulla rappresentazione della realtà. Ho realizzato un film che raccontava il massacro in una scuola (Polytechnique, 2009) e avevo una responsabilità enorme nei confronti delle vittime e di quegli eventi. Ho realizzato un film sul conflitto in Libano (La donna che canta, 2010) e, di nuovo, ecco una forte responsabilità nei confronti della realtà. Quando ho girato Sicario [2015] mi sono sentito responsabile per come avrei dipinto la società messicana. Per questi motivi sono abituato alla pressione. Per Blade Runner si tratta di pressione artistica e, finora, la più intensa che abbia mai provato.”

Tra i dettagli emersi sulla lavorazione del film, il regista canadese ha proseguito spiegando di aver deciso di utilizzare pochissimo green screen e CGI:

“Credo di poter contare sulle dita di una mano le volte in cui ho visto un green screen in tutti questi mesi di riprese. Ci saranno interventi in CGI, certamente, ma abbiamo cercato di catturare tutto il possibile con la macchina da presa. Io detesto il green screen, mi porta via un sacco di energia e mi deprime. Per Blade Runner, abbiamo fatto del nostro meglio per filmare tutto dal vivo, e costruire tutto. Credo che, per il film che stiamo facendo, dobbiamo trovare un’identità specifica e un nostro territorio, e allo stesso tempo essere fedeli e richiamare il primo progetto. È questo l’equilibrio che stiamo cercando di mantenere. (…)”

Ai margini dell’intervista poi il regista ha continuato parlando del suo prossimo progetto, ovvero l’adattamento cinematografico di Dune, romanzo sci-fi di Frank Herbert già portato sul grande schermo da David Lynch nel 1984.

Il lavoro è ancora in fase embrionale e Villeneuve stesso non si aspettava certo di rimettersi in gioco così presto con un progetto per giunta così tanto ambizioso.

“Sono stato in grado di lavorare a Blade Runner pensando che dopo non avrei fatto altro, perché negli ultimi anni c’è stato un ritmo davvero eccitante e ho imparato tantissimo come regista. Ma chiaramente mi sono anche molto stancato, fisicamente. E mentre giravo Blade Runner, un periodo molto lungo, pensavo ‘questo sarà il mio ultimo film, credo che dormirò per tre anni’. Ora che lo sto montando ho ritrovato le energie. E fin da quando avevo 12 anni c’era un libro che leggevo, ed era Dune, il mio libro preferito con 1984 di George Orwell. Dopo Prisoners, il produttore della Alcon mi chiese cosa avrei voluto fare dopo. Dissi Dune spontaneamente, e sapevo che ci sarebbero state questioni difficili per i diritti. Per me era solo un sogno, e credo di essere fortunato che Mary Parent alla Legendary abbia ottenuto i diritti e abbia offerto a me il film. Non potevo dire no. Ho immaginato questa cosa da 35 anni. Non avrei mai detto no. Sarà il progetto della mia vita.”

Dune sarà prodotto da Thomas Tull, Mary Parent e Cale Boyter, con Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert nei panni di produttori esecutivi.

La breve sinossi del romanzo:
Situato in un lontano futuro, Dune racconta la storia di Paul Atreides, la cui famiglia accetta il controllo del pianeta deserto Arrakis. Come unico produttore di una risorsa altamente preziosa, il controllo di Arrakis è fortemente contestato tra le famiglie nobili. Dopo che Paul e la sua famiglia vengono traditi, la storia esplora i temi della politica, della religione e il rapporto dell’uomo con la natura e di come Paul porta una ribellione per ripristinare il controllo della sua famiglia su Arrakis.

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Chief editor e Co-fondatore

Cresciuto a massicce dosi di cinema, fin da giovane età veniva costretto dal padre a maratone e maratone di Spaghetti-Western. Leggenda narra che la prima frase di senso compiuto che uscì dalla sua bocca fu: “Ehi, Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima……” Con il passare del tempo si è evoluto a quello che è oggi: un cinefilo onnivoro appassionato di cinema in ogni sua forma che sia d’intrattenimento, d’autore o l’indie più estremo. Conteso da “Empire”, “The Hollywood Reporter”, “Rolling Stone”, ha scelto Jamovie perché, semplicemente, il migliore tra tutti.