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Ciclo Coen – FARGO

E’ difficile quantificare quanto il cinema debba ai fratelli Coen: Pensando a Crocevia della morte, il grande Lebowski Fratello dove sei?, L’uomo che non c’era, Non è un paese per vecchi… e quanti ne dimentichiamo?

Molte di questi titoli sono accomunabili a Fargo, il film che ha consacrato i fratelli al grande pubblico, per alcune tematiche a loro care: l’avidità, il ricatto, la fragilità, la violenza quali pilastri dell’ uomo medio, capace di giungere ad atti indicibili sotto la pressione di una vita da cui, semplicemente, non se ne esce vivi. Il tutto condito da una vena tragicomica, che se da una parte permette di digerire le loro pellicole (ma non sempre, vedi Non è un paese per vecchi, dove saranno ben poche le risate), dall’altra è forse caratteristica più vera della vita di tutti i giorni.

Dicevamo delle tematiche dei Coen: Jerry è senza dubbio un poveraccio, un venditore di automobili che decide di svoltare, realizzando un investimento grazie ai soldi che otterrà dal riscatto della moglie, il cui padre (conscio di avere un genero perdente) è benestante. Il problema è che per i due malviventi assoldati, nientemeno che Buscemi e Stormare, le cose non andranno proprio come previsto, con una scia di sangue più o meno evitabile che metterà alle loro calcagna la poliziotta Marge.

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Tutto questo immerso in posti dimenticati da Dio, Canada o Nord-america, sempre di neve e nulla di parla; e in tutta questa neve sono congelati gli uomini, incapaci di parlare o quasi di provare alcunché: emblematico l’esaurimento del rapitore-Buscemi di fronte all’apatia totale di chi lo circonda, suo collega compreso, talmente vuoto e inebetito da essere capace di atti orrendi come di seguire con attenzione una telenovela. La famiglia di Jerry non è da meno, a cominciare dalla sua stupida inconsapevolezza verso gli enormi guai cui crede di sfuggire, passando alla moglie schizzata e al suocero self-made man tanto ricco quanto disprezzabile.

Nel bianco, solo Marge si salva eticamente: anche lei è una persona semplice e il suo primo pensiero giunta in città è dove poter mangiare, ma è sveglia, si chiede il perché delle cose e questo la porta a risolvere il caso, ma non a capire perché l’uomo è cosi, intrinsecamente, avido.

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.