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Brimstone, potente western crudo e marcio – La recensione

Liz è una giovane madre che sta cercando di placare i fantasmi del suo passato, ma è perseguitata da un predicatore ossessivo e diabolico.

Presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2016 ricevendo polemiche per la violenza sadica e acclamato in altri Festival come quello di Toronto, è disponibile su Amazon Prime Video il cupo, e pessimista, western Brimstone scritto e diretto dall’olandese Martin Koolhoven.

Non solo un film lurido e violento, ma anche un lungo racconto di crescita, sofferenza e fortificazione.

Diviso in capitoli, la storia di Liz è una straziante odissea. Una ragazza perseguitata da un uomo di fede di rara crudeltà. Ma perché questa ossessione per lei? Si scoprirà andando avanti saltando, anche, nel passato della protagonista. Un personaggio che ne passa di ogni, ma che comunque non si abbatte mai e va avanti con perseveranza, ostinazione e tanto sangue freddo. Brimstone dura quasi due ore e mezza, ma non annoia mai con un grande ritmo e scene che rimangono impresse per situazioni e crudezza. Koolhoven è molto bravo nel creare, sia nella sceneggiatura che nel suo modo di dirigere, una forte tensione come l’incontro nel bordello tra la protagonista e il reverendo. Per tutta la sua durata c’è denuncia della violenza nella società, e in famiglia, e per renderla efficace viene rappresentata senza filtri. Fa riflettere come la maggior parte della cattiveria, e del male, venga da dentro le mura di casa.

C’è chi ha avuto la pelle d’oca in questa scena e chi mente.
Tra un film di stregoneria e un western, questo film o lo si ama o lo si detesta senza vie di mezzo.

Un grande pessimismo alla base di tutto, che sembra trasudare anche dalla meravigliosa fotografia cupa con bellissimi contrasti di colore. Dakota Fanning ci regala un’ottima performance, ricordandoci che non c’è solo sua sorella Elle nel cinema impegnato, e regge meravigliosamente bene il ruolo. La sua Liz è luce e buio, purezza e perversione, una donna temprata alla vita, un bellissimo personaggio. Dall’altra parte troviamo un gigantesco Guy Pearce in uno dei ruoli maschili più detestabili mai comparsi sul grande schermo: non compie neanche una buona azione, un uomo di fede guidato da una violenza aberrante e sadica. Entrambe le performance sono un tour de force interpretativo di tutto rispetto.

Molto brava Emilia Jones (vista successivamente nello splendido La casa delle bambole – Ghostland di Pascal Laugier) e Kit Harington, perfetto nei panni del classico cowboy Samuel. Chiudono il cast la sempre impeccabile Carice van Houten e l’inglese Paul Anderson.

Guy Pearce è il reverendo

C’è molto Von Trier nel cinema di Koolhoven, non manca tanta ambizione, ma non è fine a sé stessa. Brimstone è un film che non lascia indifferenti e che non si dimentica, nella buona, nella cattiva sorte o, come in questo caso, perfida. Ti entra sottopelle anche se non lo apprezzi. Per stomaci forti, anche se spesso la violenza psicologica ha il sopravvento su quella di immagini.