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Barriere – La recensione

Un padre lavoratore afroamericano cerca di portare avanti la sua famiglia negli anni ’50 facendo i conti con suo figlio che ha aspirazioni sportive, ma soprattutto con le sue azioni.

Denzel Washington dirige e interpreta “Barriere”, trasposizione cinematografica dello spettacolo teatrale di August Wilson (considerato uno dei capolavori della letteratura teatrale afroamericana) portato in scena a Broadway da Washington e Viola Davis stessi, entrambi premiati con un Tony Awards nel 2010.

Che dire, “Barriere” è un film uscito a metà. Il testo teatrale, vincitore anche di un Premio Pulitzer, è splendido ma viene lasciato nudo e crudo senza sostanziali modifiche e non funziona sul grande schermo. Ha dei momenti assolutamente cestinabili e altrettanti che avrebbero meritato un approfondimento.

Jovan Adepo e Denzel Washington
Non tutte le opere teatrali funzionano trasportate sul grande schermo e questo film ne è la prova.

“Barriere” manca di ritmo ed è insostenibile in certi punti, specialmente all’inizio. Sfido lo spettatore ad arrivare a fine proiezione senza uno sbadiglio e un caffé nell’intervallo. Se è interessante ed esauriente come viene presentato e sviluppato il rapporto marito-moglie, è deludente la parte padre-figlio.

Altro lampo di luce in questo mattone di quasi due ore e mezzo è Viola Davis, eccellente interprete di Rose che sa distinguere la differenza tra recitazione teatrale e cinematografica.

Non si può dire la stessa cosa di Denzel Washington che gigioneggia in modo insopportabile dall’inizio alla fine con poca naturalezza sfoderando questo fiume di parole, spesso a toni alti, che fa venire il mal di testa a chi lo vede. Non c’entra il suo personaggio, che è comunque uno dei più detestabili negli ultimi anni.

Viola Davis è Rose Maxson

La regia e la fotografia sono molto convenzionali, assolutamente dimenticabili come il film stesso. Un drammone che non sarebbe stato calcolato da nessuno se non fosse uscito sotto Oscar. Sembra proprio essere stato fatto per l’awards season. Sicuramente l’elemento debole tra i nove candidati come miglior film.

“Barriere” non è un brutto film, sia chiaro. Complessivamente è poco più che sufficiente, ma assolutamente dimenticabile se non per lo splendido testo teatrale, che non funziona sul grande schermo, e per la performance di Viola Davis, la quale verrà sicuramente premiata agli Oscar.

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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!