Andare fuori dagli schemi, scatenarsi, essere inopportuni, comportarsi in maniera moralmente discutibile non è prerogativa solo di adolescenti, di matricole del college e di maschi in libera uscita.
I registi Jon Lucas e Scott Moore, sceneggiatori di Una Notte da Leoni, prendono gli elementi della classica commedia demenziale trasferendoli su un target più maturo e specifico: quello delle mamme.
Viviamo un tempo dove tutto è innovazione, la tecnologia evolve continuamente eppure alcune dinamiche familiari e sociali restano imprigionate da etichette e luoghi comuni.
Alle mamme non sono concesse sbavature e la protagonista di Bad Moms – mamme molto cattive Amy Mitchell (Mila Kunis) corrisponde brillantemente a tale canone: lavoratrice che fa più del dovuto, mamma e moglie amorevole, sempre presente per ogni tipo di attività ed esigenza dei figli. Una mamma talmente efficiente che anche Superman faticherebbe a tenere il passo.
Quando capisce che tale stile di vita la sta soffocando dice basta: stop al tutto è dovuto, meno responsabilità, regole e più tempo per se stessa. Ad accompagnarla in questa rivendicazione della propria identità altre due mamme: la compostissima Kiki (Kristen Bell) e la più che esuberante Carla (fantastica Kathryn Hahn).
Tra baldorie, alcol e serate alla ricerca di un amante si scontrerà con quel sistema che vuole mamme costantemente diligenti e donne impegnate solo in comitati studenteschi e mansioni domestiche.
Gli uomini in Bad Moms non si vedono quasi mai eppur sono presentissimi, immagine di una quotidianità che subisce l’influenza di una concezione maschilista della famiglia e della società, quella di maschi che chiedono e non danno, pensano che ciò che fanno le proprie mogli sia scontato e a volte non è abbastanza. È questo che riflette Bad Moms, oltre gli eccessi, le situazioni goliardiche, emerge la voce di una donna che volta le spalle all’idea di mamme perfette. Non è un film che dal punto di vista narrativo sposta qualcosa: le situazioni sono prevedibili, la sceneggiatura facile facile eppure c’è un equilibrio che rende armoniosa ogni situazione arrivando a trasmettere una leggera riflessione sulla questione della genitorialità e sulla visione dei cattivi comportamenti ma soprattutto costituisce un piacevole intrattenimento (aspetto centrale del film).
Essere mamme cattive vuol dire accettare la propria vulnerabilità sapendo che non sì è perfette, ogni mamma non deve essere infallibile e ad ogni costo impeccabile ma avere la libertà di essere se stessa, di sbagliare, di godersi i propri spazi, andando comunque sempre avanti, rifiutandosi di salvaguardare l’immagine di un modello artificioso della donna che lavora o ha famiglia.