Home Rubriche Oriente Amore amaro: Right now, wrong then di Hong Sang-soo (2015)

Amore amaro: Right now, wrong then di Hong Sang-soo (2015)

La bellezza del cinema è che esso sia capace di far innamorare lo spettatore di un film o di un regista dopo pochissimi minuti: è quello che è accaduto qualche sera fa quando ho fatto la mia prima esperienza del cinema di Hong Sang-soo. Dopo i primi cinque minuti di Right now, wrong then gli occhi hanno iniziato a brillare per la meraviglia delle immagini semplici ma estremamente delicate che la macchina da presa del regista sudcoreano ha catturato.

Il film si divide in due parti che raccontano la medesima storia in due varianti. Il nucleo di entrambe le sezioni è la storia di Ham Cheon-soo (interpretato dal fantastico Jeon Jae-yeong, che abbiamo già visto nel bellissimo Castaway on the moon di Lee Hae-jun), un regista indipendente che si reca, con 24 ore di anticipo, a Suwon per la proiezione del suo ultimo film e per la rispettiva conferenza stampa nell’ambito di un festival cinematografico. Nella giornata precedente all’evento, Ham si reca in un tempio, dove incontra Yoon Hee-jeong, una pittrice con la quale passerà del tempo: prima in un bar in cui lui sorseggia del caffè e lei del the; poi nell’atelier di lei; in un ristorante di sushi; infine, nel locale di un’amica di Yoon. Le due storie, pur conservando la medesima “timeline”, differiscono per l’esito della giornata: se da un lato avremo il lieto fine, dall’altra il finale sarà ben più drammatico.

L’incontro tra Han Cheon-soo, a destra, e Yoon Hee-jeong, a sinistra.

Quella messa in scena da Hong Sang-soo è una storia d’amore irreale, che inizia, si sviluppa e termina in una sola giornata e dominata da toni amari, sia nel caso della storia a lieto fine che nel caso più infelice: infatti l’amore tra Yoon e Ham, similmente a quello tra Chow e Li-zhen di In the mood for love di Wong Kar-wai, non può esprimersi in tutta la sua carica erotica ed è destinato a dissolversi nella memoria e nella distanza o, addirittura, ad appassire nel rimpianto, nel caso della versione meno rosea della storia. Il rapporto tra i due protagonisti si snoda attraverso dialoghi blandi, a tratti al limite del banale, perchè Hong Sang-soo, proprio come fece Kar-wai nel suo capolavoro del 2000, pone l’accento su quella che, nella recensione di In the mood for love, avevamo definito come “eleganza dell’ordinario”: non c’è spazio per lunghi monologhi cinematografici o battute artificiose tipiche della settima arte, né per eventi od azioni straordinarie.

La lunga e bellissima inquadratura unica della scena al ristorante di sushi.

Nulla in Right now, wrong then è effettivamente cinematografico: la regia è minimale e si limita a statici piani sequenza che si concedono, al massimo, qualche movimento sull’asse e qualche zoom improvviso, che richiama quasi l’uso che se ne fece nella florida stagione del cinema di genere italiano degli anni ’70; la fotografia non si riserva momenti di elevata artisticità, è molto naturale; la quasi totale assenza del classico decoupage fa sì che il piano sequenza domini il film. Tutto è studiato per rendere l’opera il più tangibile, naturale e “banale” possibile, non c’è spazio per la spettacolarità. Right now, wrong then è pura recitazione: la sua straordinaria bellezza affonda le proprie radici principalmente nelle fenomenali interpretazioni di Jeon Jae-yeong e della bellissima Kim Min-hee, entrambi attori che forniscono prestazioni strazianti ed emozionanti, che riescono a coinvolgere lo spettatore, insieme al raffinato lavoro di Hong Sang-soo, che lascia sempre spazio nella scena al pubblico, quasi come se volesse invitarlo a penetrare lo schermo ed immergersi nella pellicola.

Hong Sang-soo è uno di quei registi che, tristemente, l’Italia ha ignorato, limitando terribilmente la sua diffusione nel nostro Paese. Solo pochi cinefili conoscono ed apprezzano la sua opera ed è un grave peccato, perché il pubblico nostrano viene, così, privato della possibilità di godere della semplice magnificenza del lavoro di questo fantastico regista. Da recuperare.